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  4. Le Origini dell’Epifania e della Befana

Arriva la Befana con il suo carico di dolci e di...carbone!

“La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, il vestito alla romana, viva viva la Befana!”

Così recita una delle più famose filastrocche che ognuno di noi si sarà sentito canticchiare almeno una volta da bambino. A differenza della figura di Babbo Natale, dall’aspetto generoso e buono, come quello dei nostri nonni, la Befana (ovvero Epifania, dal greco Bifania) si presenta come una vecchia strega, brutta e mal vestita, che se ne va in giro di notte cavalcando la sua scopa. Il suo aspetto terrorizza qualsiasi bambino ma al tempo stesso ognuno di essi la aspetta con ansia, impaziente di aprirne i doni e fiducioso di trovare nella propria calza tanti buoni dolciumi (e non del carbone).

L’origine della Befana sarebbe da attribuirsi a dei riti pagani risalenti al X-VI secolo a.C.. I riti celebravano il passaggio dal vecchio al nuovo anno e vedevano delle figure femminili volare sopra ai campi, durante la notte, per propiziare la fertilità dei futuri raccolti. Il 6 gennaio i romani celebravano così Diana, dea dell'abbondanza e della cacciagione fino a quando non è arrivata la chiesa cattolica dell'Alto Medioevo a condannare tali riti propiziatori trasformando Diana in una brutta strega. 

Nell’epoca cristiana la storia della Befana rimanda invece ai Re Magi che, diretti a Betlemme, non riuscivano a trovare la strada e hanno dovuto chiedere informazioni a una vecchietta incontrata lungo il cammino.

La storia narra che la donna, al posto di aiutarli, li trattò male, pentendosene poco dopo. Per farsi perdonare si mise a cercarli per regalar loro un cesto pieno di dolciumi ma, non trovandoli, iniziò a fermarsi di casa in casa per lasciare doni ai bambini, nella speranza di trovare anche Gesù bambino. Da allora, questa vecchietta continuerebbe a dispensare doni ai bambini durante la notte tra il 5 e il 6 gennaio, per farsi perdonare.

Le calze, essendo utilizzate da tutti i bambini, sono un indumento facilmente reperibile.

Inoltre, essendo di cotone o di lana, si allargavano facilmente e potevano essere riempite in grande quantità. In passato era usanza appendere la calza sulla cappa o sul camino, in modo da renderla subito visibile per la Befana. Oggi molte case non hanno il camino, per cui viene sistemata vicino all’albero di Natale o sopra all'uscio di una porta.

“Che ti ha portato la Befana? Caramelle o carbone?”, la classica domanda che tutti poniamo ai bambini il giorno dell’Epifania. Questo perché la tradizione vuole che i bambini “cattivi” ricevano nella propria calza anche un po’ di carbone.

In realtà, il carbone era, in passato, un ricordo del rinnovamento stagionale, quindi un simbolo propiziatorio e di buon auspicio.

La tradizione cristiana lo ha poi trasformato con accezione negativa in simbolo di punizione per i bambini che non sono stati molto ubbidienti durante l’anno trascorso.
Naturalmente i bambini non trovano oggi del carbone vero nella propria calza, bensì un dolcetto a base di zucchero, facile da preparare anche in casa. 
Oltre al carbone, poi, la tradizione vuole che la calza della Befana sia riempita di dolciumi e altre leccornie. Via libera quindi a cioccolatini, caramelle, snack e dolcetti di ogni tipo.

Dolci, caramelle, cioccolatini: da Penny Market trovi un'ampia scelta di dolciumi perfetti per arrichire la calza per l'Epifania.